Si svegliò
lentamente, come se non volesse rendersi conto della situazione in
cui si trovava. Era sdraiato su un fianco, con le mani legate da
manette di ferro. Neppure l'istinto del tempo della sua specie riuscì
a fargli comprendere quanto a lungo era rimasto privo di conoscenza.
Fitte di dolore lo percorrevano dappertutto a ogni tentativo di
muoversi. Si rese conto di essere in un carro: il rumore delle ruote,
gli scossoni causati dalla strada.
Appena i suoi occhi
si furono abituato all'oscurità, scorse vicino a sé una sagoma
familiare. Doveva essere Grjusuk: in che guaio si erano cacciati?
«Grjusuk, amico,
sei sveglio? Grjusuk!».
«Uh... si, sono
sveglio adesso. Non riesco a muovermi. Dove siamo?».
«Siamo legati e
siamo dentro un carro».
«Dove ci
portano?».
«Non lo so. Mi
sono svegliato adesso anch'io».
Erano legati in
modo da non poter cambiare posizione e gli scossoni del carro non
facevano che acuire le loro sofferenze.
A un tratto il
carro rallentò e si fermò. Eekah cacolò che erano passate circa
tre ore da quando si erano svegliati e il brontolio del suo stomaco
gli fece supporre che doveva essere circa la seta o la settima ora.
Circa mezz'ora dopo
la porta del carro si aprì e la luce che entrò ferì i loro occhi.
Entrarono tre uomini armati che slegarono le loro mani superiori, non
smettendo di minacciarli con le loro lance. Entrò poi un quarto
uomo, che diede loro due scodelle e due cucchiai di legno. Nelle
scodelle versò ciò che rimaneva del contenuto di una marmitta, ma
l'odore nauseabondo che emanava fece loro rifiutare il cibo. Gli
uomini urlarono loro contro e li percossero con le basi delle lance,
ma nessuno dei due, nonostante la fame, fu capace di assaggiare
quella sbobba.
Con due calci, uno
degli uomini rovesciò loro addosso il contenuto delle scodelle, poi
furono nuovamente legati e rinchiusi.
«Cosa ci faranno
Eekah?», chiese sconsolato Grjusuk.
«Ti ripeto che non
lo so! Non fare domande idiote!».
Si pentì subito
della sua reazione. Non riusciva a vedere il volto del suo amico al
buio, ma si rese conto che le sue parole lo avevano ferito.
«Ascolta,
Grjusuk... perdonami. Sono io che ti ho trascinato in questo guaio. È
solo che sono anch'io molto nervoso e preoccupato per ciò che ci
attende alla fine di questo viaggio».
«No, Eekah. È
colpa della mia goffaggine se siamo stati catturati. Pensi che
qualcuno verrà a cercarci?»
«Suppongo di si,
ma temo che perderanno le nostre tracce arrivati al fiume. Da lì non
credo che qualcuno riuscirà a capire cosa abbiamo fatto e di certo
non attraverseranno l'acqua».
«Cosa era quello
schifo che ci hanno portato da mangiare?».
«Odorava di carne
andata a male e c'erano state senz'altro delle verdure dentro. Lo
avrei vomitato ancor prima di ingoiarlo».
«Già, anch'io»,
risero.
Il carro si rimise
in movimento per fermarsi cinque ore dopo. Aprirono la porta e fuori
era buio. Entrarono i soliti tre uomini armati, ma stavolta
slegarono loro le mani inferiori e li costrinsero a scendere dal
carro. Misero loro dei collari di ferro con i quali li legarono a un
palo lungo circa due metri, poi li spinsero vicino a un fuoco.
Solo allora i due
amici si resero conto che facevano parte di una carovana. Altri
krèmoni erano stati catturati, ne contarono almeno venti, tutti
legati a dei pali, tutti pesti e sanguinanti. Alcuni uomini armati di
frusta giravano fra di loro, impedendo a tutti di parlare.
Eekah riconobbe
appartenenti alle tribù di Atuvat e di Atnoonar, a giudicare dalla
lunghezza delle corna tutti guerrieri adulti e pochi ragazzi appena
più giovani di loro. Nessun altro della loro tribù era stato
catturato, per fortuna, e non sembravano esserci femmine, altrimenti
avrebbero senz'altro sentito le loro urla.
Anche se non
avevano molti contatti con gli umani, Eekah, sapeva che i maschi
della loro specie si eccitavano a dismisura davanti a una krèmone
adulta, tanto da non riuscire a contenersi dall'usarle violenza.
Adesso non rimpiangeva più di non aver portato Leeksha con sé.
Non riuscì a
dormire quella notte e non poté scambiare informazioni con nessuno,
poiché gli uomini li sorvegliarono tutta la notte.
All'alba li fecero
mettere in marcia, frustandoli di quando in quando e colpendoli coi
bastoni delle lance se cadevano e tardavano a rialzarsi.
La marcia di quel
giorno fu un incubo. Due ragazzi della tribù di Atuvat, cui erano
appena spuntate le corna, avevano delle brutte ferite e morirono
durante il cammino. Furono decapitati e lasciati alle bestie, mentre
le teste furono lasciate appese al palo.
Attraversarono un
lungo tratto di foresta, facendo una confusione tale da far fuggire
qualsiasi animale nel raggio di chilometri.
Fecero solo due
brevi soste, giusto per lasciare che i prigionieri bevessero un sorso
d'acqua a testa. Altri due morirono quel giorno. Eekah e Grjusuk
furono gli unici a non lamentarsi mai, forse perchè erano quelli
nelle condizioni migliori, ma ciò non risparmiò loro qualche
frustata di tanto in tanto.
Era quasi il
tramonto quando davanti a loro si parò una grande radura sulla
sponda di un placido fiume dal letto molto ampio.
Si accamparono, e
ancora una volta gli uomini li tennero distanti gli uni dagli altri e
le guardie con le fruste non staccarono loro gli occhi di dosso,
mentre altri uomini accendevano due grandi fuochi.
Neanche quella
notte Eekah riuscì a dormire. Si chiedeva dove li stavano portando e
se avrebbero mai avuto la possibilità di tornare a casa.
Il mattino arrivò
con una grande novità. Gli uomini tolsero loro i ceppi dal collo e
li condussero sulla riva del fiume. I krèmoni strabuzzarono gli
occhi quando videro due grosse Lucertole Tonanti trainare una grande
chiatta.
Gli uomini che
cavalcavano le enormi bestie erano alti e indossavano uno strano
diadema sulla fronte, identico, anche se più piccolo, a quello
legato alla testa delle Lucertole Tonanti.
Gli enormi animali
si muovevano su quattro zampe e quando si fermarono iniziarono a
mangiare avidamente la carne che veniva loro fornita in grossi tocchi
dagli assistenti dei cavalieri, mentre altri sganciavano la chiatta.
I due cavalieri
andarono a parlare con quello che sembrava il comandante del gruppo
che li aveva condotti lì. Eekah notò uno scambio di denaro e i
prigionieri furono fatti salire sulla chiatta insieme alle Lucertole
Tonanti.
Dopo un'ora circa
iniziarono a discendere il fiume.
Nessun commento:
Posta un commento